“Fino ad oggi abbiamo condotto uno studio sugli spettri, con particolare riferimento alle predominanti rosse e blu – spiega Enzo Cuoghi, Direttore Generale di C-LED -, e abbiamo realizzato analisi e test sulle speciali lampade costruite nei nostri laboratori e installate nell’impianto di fertirrigazione automatizzato per allevamento indoor. Nel prossimo anno 2017 avremo già i primi dati sulle erbe aromatiche, testate secondo tre spettri cromatici, e i dati serra forniti da UniBO su pomodori. Abbiamo installato Led toplighting, che quindi forniscono luce dall’alto, e interlighting, che come suggerisce il termine sono posti nell’interfila delle piante a metà altezza.. Questo ci permetterà di avere risposte su un più ampio raggio di lavorazioni e coltivazioni sia a livello industriale che hobbistico. Durante l’anno tenteremo poi di ritardare il deperimento degli ortaggi e della frutta attraverso l’esposizione a luci UV-A e UV-B. Questo per migliorare la tenuta nei reparti ortofrutta dei supermercati”.
Introdotta all’inizio degli anni 2000, la coltivazione di piante mediante luce a Led ha subito incontrato grande entusiasmo in ambito professionale e pubblico, in particolare per la maggior efficienza energetica dimostrata. La tecnologia Led, infatti, presenta numerosi vantaggi rispetto a quella convenzionale, come un alto risparmio energetico, tempi di accensione più brevi, volumi e pesi ridotti e una minor emissione di energia termica. L’introduzione nel mercato di diodi che permettono di progettare spettri luminosi differenti consente di massimizzare l’energia radiante in funzione del metabolismo dei diversi vegetali. Si possono quindi scegliere gli spettri luminosi più utili al processo fotosintetico delle piante migliorando il raccolto in termini di quantità e di qualità, in alcuni casi incrementando la germinazione e stimolando la fioritura.